Alla scoperta dei segreti del Monte: ecco gli antichissimi ciliegi canini

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Alla scoperta dei segreti del Monte: ecco gli antichissimi ciliegi canini

Il progetto presentato dal Comune di Erice, tra le altre cose punta a valorizzare il patrimonio naturalistico del versante dei Runzi e gli alberi plurisecolari. Ma ci sono anche migliaia di piante che presto saranno messe a dimora in punti suggestivi del Monte.

Sono in corso ad Erice i lavori previsti per la valorizzazione naturalistica delle aree Natura 2000. L’intervento di salvaguardia ambientale rientra nell’ambito di un progetto a suo tempo presentato dall’amministrazione comunale e finanziato dalla Regione nell’ambito del Po Fesr Sicilia 2014-2020. Si tratta di una pianificazione molto ampia che ha visto gli uffici del Comune di Erice impegnati per intercettare i fondi e programmare i lavori, che riguarderanno anche i Giardini del Balio, il cordone verde dei Runzi e alcune parti del bosco del Monte, tutte aree che ricadono nella Rete Natura 2000 e che sono vincolare come Zsc, ovvero Zone speciali di conservazione e quindi di particolare interesse per quel che riguarda il patrimonio ambientale.

Il progetto esecutivo è stato predisposto dall’ingegnere Gianluigi Pirrera, direttore di dei lavori, che in queste settimane sono stati seguiti sul campo all’esperto agroforestale Giacomo Coppola. Fu proprio lui che nel 1977, quando era in servizio alla Forestale proprio nel territorio di Erice, si accorse della presenza dei ciliegi canini. Si tratta di meravigliosi alberi secolari, molto antichi e dall’alto valore naturalistico, per cui tre anni fa, dopo che venne interpellato da Coppola l’architetto paesaggista Pietro Pedone e successivamente lo stesso Pirrera, venne presentata apposita richiesta di iscrizione nel registro delle piante monumentali. Ed in questo progetto, dove Giacomo Coppola è stato chiamato a collaborare proprio dallo stesso Pirrera, rientrano anche i ciliegi canini del Monte, con precisi interventi che hanno riguardato la zona del versante dei Runzi, sotto la Torretta Pepoli. Tra l’altro sarà fatto uno studio botanico sulla zona da parte dell’agronomo Leonardo Scuderi. Si sta cercando insomma si approfondire il valore naturalistico di questo angolo della montagna di Erice ad un tiro di schioppo dal Castello di Venere.

Nell’ambito dei lavori di pulizia, che vedono come direttore operativo, per il Comune di Erice, Giuseppe Tilotta, sono stati scoperti altri 9 ciliegi canini che si vanno ad aggiungere ai 5 già noti dagli anni Settanta. Nel versante dei Runzi ci sono in tutto 14 di queste meravigliose piante che raccontano una storia antica, per certi aspetti ancora tutta da scoprire ed approfondire.

Questa “green story” potrebbe portare indietro nel tempo a quando la montagna di Erice era coltivata e pulsava di vita e attività rupestri, forse in alcuni casi portati avanti dai numerosi conventi che sorgevano nella città del Monte. E dopo essere rimasti nascosti dalla vegetazione per chissà quanto tempo, una volta eseguita la pulizia della zona ed il decespugliamento fatto dal personale delle ditte incaricate, sono tornati alla luce dei muretti a secco ma anche gli antichi tracciati dei “violi” (i muntisi li chiamano così) che originariamente risalivano verso il Castello Normanno e la rupe dove alla fine dell’800 il conte Agostino Pepoli realizzò la Torretta Pepoli, oltre che lo stesso giardino del Balio recuperando anche le vecchie torri medievali.

Dunque percorsi dove l’alto potenziale naturalistico si intreccia con gli itinerari della plurisecolare storia di Erice. Tra l’altro nel progetto è coinvolto anche il Cai di Erice per la parte che riguarda proprio la sentieristica e la valorizzazione di questo grande patrimonio ambientale, caratterizzato da habitat tutelati dall’Unione Europea e da una biodiversità tutelata nell’ambito di Natura 2000. Tra i partner del progetto c’è anche la Trasversale Sicula. Ma c’è di più.

Oltre ai lavori di pulizia e decespugliamento, assieme al ripristino delle aree attorno ai sentieri ed ai ciliegi canini, rimesse a nuovo come non si vedeva in questo versante della montagna di Erice ormai da molti anni, sono previste pure due grandi piantagioni: la prima sarà fatta sotto il Castello di Venere, ad Est del Monte lungo la stradella forestale che dai Difali arriva ai Runzi guardando verso Trapani e la sua piana. L’altra piantagione sorgerà invece sotto la Baita dei Cai di Erice, in via Apollinis e nei pressi del Quartiere Spagnolo, nel lato della montagna che si affaccia sull’Agroericino, sul golfo di Bonagia e su Monte Cofano.

In tutto saranno messi a dimora qualcosa come 4600 tre piantine e cespugli, tra cui lecci, roverelle biancospino, palma nana, ginestra, alaterno, sambuco e iris. Nelle prossime settimane i lavori, la cui ultimazione è prevista a fine aprile, si sposteranno anche in viale delle pinete, lungo il perimetro del bosco di Erice. Anche questa bellissima area verde rientra tra i siti che fanno parte della Rete Natura 2000 e quindi tutelati dalla normativa europea per la salvaguardia degli habitat e della biodiversità. Il che ne fa a tutti gli effetti un’area protetta come buona parte di Monte Erice.